Ho sposato Pablo Escobar by Victoria Eugenia Henao

Ho sposato Pablo Escobar by Victoria Eugenia Henao

autore:Victoria Eugenia Henao
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 9788851165239
editore: UTET
pubblicato: 2019-07-09T00:00:00+00:00


7

Cercando un mondo diverso da quello di Pablo

Nel corso della mia esistenza ho vissuto varie guerre, e una di queste cominciò all’alba del 13 gennaio 1988, un martedì. Io, Manuela e Juan Pablo stavamo dormendo nell’attico dell’edificio Mónaco a Medellín, quando ci svegliammo di soprassalto pensando che ci fosse il terremoto. In realtà era appena esplosa un’autobomba.

Erano le 5.13 del mattino. L’onda d’urto distrusse gran parte degli otto piani dell’edificio, che sorgeva nel quartiere Santa María de Los Ángeles, vicino al circolo di golf di Medellín. In lontananza vidi le rovine della cappella dove andavamo a pregare quasi tutte le domeniche e dove poco tempo prima avevamo battezzato mia figlia Manuela. Almeno cinque case del quartiere vennero spazzate via. L’autobomba scavò un cratere profondo quattro metri e largo dieci, uccidendo tre persone, ferendone altre dieci e creando disagi ad almeno un centinaio di residenti.

L’attentato lesionò gravemente l’edificio e provocò seri danni alla mia collezione d’arte. Opere di grande valore furono sbriciolate dall’onda d’urto che si propagò per quasi un chilometro, altre vennero ridotte a un colabrodo dalle schegge e solo alcune rimasero intatte. L’esplosione fece tremare l’intera città.

In quei momenti terribili pensai a mia madre, che come al solito sembrava capace di prevedere il futuro. La notte prima mi aveva chiamato da San Andrés, dove era in vacanza, e mi aveva detto: «Figlia mia, fammi dormire tranquilla almeno quest’ultima notte… Per favore, va’ a casa mia, ho un cattivo presentimento… Succederà qualcosa».

«Mamma, calmati, è tardi per uscire con una bambina di due anni e un bambino di nove. Il Signore è grande, non succederà niente, sta’ tranquilla.»

E invece aveva ragione, ma grazie a Dio ci salvammo.

Dopo la bomba il mio rapporto con l’arte subì un duro colpo. Da undici anni studiavo quel mondo raffinato visitando le gallerie più esclusive di Medellín, Bogotá e di altri paesi, dove avevo potuto acquistare un numero consistente di quadri e sculture. Praticamente tutte le opere che possedevo erano esposte sui due piani dell’attico dell’edificio Mónaco, casa mia.

Ma comprare non era il mio unico scopo. In quegli anni visitai gli atelier di decine di artisti e imparai a interpretarne le creazioni, a cogliere l’essenza di ciascuno di loro. Quel graduale avvicinamento all’arte mi portò inoltre a frequentare le sontuose dimore delle famiglie più in vista di Medellín, Bogotá, Roma, New York e Parigi, dove ammirai opere incredibili. Per non sfigurare, presi lezioni di storia dell’arte e comprai libri specialistici, che mi fornirono gli strumenti per comunicare più facilmente con quella cerchia così ristretta.

Fin da piccolissima ero attratta dalla bellezza degli oggetti, forse perché vivevo in un ambiente dove dominavano la creatività e l’attenzione ai dettagli. Certo, non sapevo nulla di estetica, né tantomeno di arte, ma mi piaceva leggere e dipingere, ci tenevo all’etichetta, ero appassionata di lingue e di sport. L’immagine di me che proiettavo all’esterno trasmetteva un messaggio chiaro: ero pronta a cambiare il mio destino.

Praticamente fin dall’inizio della mia relazione con Pablo, le sue assenze segnarono la direzione della mia vita. Fui



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